» Home
  » Poesie e Pensieri
  » Contatti
 
La cicala e la formica sono due animali trattati dagli scrittori più antichi.
Sono stati spesso messi a confronto per le loro caratteristiche di natura opposta.
La cicala è il simbolo della malavoglia, della faciloneria, di chi non pensa al domani.
La formica invece è l’emblema della laboriosità e della previdenza.
Eugenio Milza

La sigala e la furmigla

La furmigla la lavurè,
propi par tütt l’estè.
La sigala, co’ la so piva,
da spëss la ga dziva:

"Te fürba, na ‘t l’è mia,
at pudris stè a l’umbria
e mëttat a dré a lavurè,
quand al chèd al sarà calè".

La furmigla tütta südè,
la seguitèva dès da fè,
par leimp ad granein,
i so gross magazzein.

La s’era fatt la pruvvista,
ma l’era un po’ eguista
e quand ag na sarchè,
ag na mia vurì dè.

La g’ha ditt: "Là, sal ram,
pensèvat mia a la fam ?
T’è mai vurì lavurè
e t’è seguitè cantè !".

Po’ è vegn l’inveran,
par la sigala l’è stè etèran.
La gh’èva mia da scorta,
la ciappè fam e l’è morta
.

La cicala e la formica

La formica ha lavorato,
proprio per tutta l’estate.
La cicala con la sua cantilena,
spesso le diceva:

"Tu, furba, non la sei,
potresti stare all’ombra
e metterti a lavorare,
quando il caldo sarà calato".

La formica, tutta sudata,
continuava darsi da fare,
par riempire di granellini,
i suoi grossi magazzini.

Si era fatto la provvista,
ma era un po’ egoista
e quando glie ne ha cercato,
non glie ne ha voluto dare.

Le ha detto: "Là, sul ramo,
non pensavi alla fame ?
Tu hai mai voluto lavorare
ed hai continuato a cantare !".

Poi è arrivato l’inverno,
per la cicala è stato eterno.
Lei non aveva scorta,
ha preso fame ed è morta.

 
Stampa la pagina  
Tutto il materiale pubblicato, anche se non indicato, è di proprietà dell'autore.
Ne è pertanto vietato l'utilizzo a qualsiasi titolo.
Sito ottimizzato per una risoluzione 800*600 e per Internet Explorer 4 o superiori.
Dimensione carattere: medio
Per una migliore visualizzazione premere F11